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22 gennaio 2008

Rutelli conferma: arriverà un nuovo Italia.it

Filed under: Internet — Luca Rosati @ 12:49
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La vicenda di Italia.it, pur registrata una nuova puntata proprio ad inizio weekend, inizia a far discutere oltre certi limiti se è vero che da più parti spuntano i soliti scaricabarile e strumentalismi propri delle vicende che, in qualche modo, possono portare pubblicità, negativa o positiva che sia. Ed è così che ai blog ed alle testate del settore non resta che raccogliere le dichiarazioni che hanno seguito lo spegnimento dei server del portale del turismo. E non sono solo dichiarazioni di circostanza.

Lo scaricabarile è quello di Francesco Rutelli, il ministro che ad oggi ha in mano le sorti del progetto (fermo restando l’instabilità improvvisa del Governo al cospetto del caso Mastella). Le parole di Rutelli sono affidate ad Apcom: «Se si cercano responsabilità per l’inefficacia della soluzione tecnologica e l’incongruità dei finanziamenti ci si rivolga al governo della passata legislatura […] Rutelli ha a più riprese dichiarato e confermato che la veloce obsolescenza di strumenti informatici come il portale Italia.it consiglia, anche se si vuole non disperdere il patrimonio di dati acquisito, di trasferire la promozione online delle opportunità turistiche italiane all’Enit». Questo quanto diramato dall’ufficio stampa di Rutelli, da cui giunge inoltre conferma sul fatto che un nuovo Italia.it è già in cantiere (ipotesi già preannunciata dall’ing. Ciro Esposito): «è l’Enit infatti ad avere la responsabilità di promuovere il turismo italiano presso i potenziali visitatori e chi se ne occupa professionalmente; nel suo board sono presenti congiuntamente lo Stato e le regioni italiane, alle quali compete in via esclusiva la gestione delle politiche turistiche, ed è guidato da una persona competente in materia come l’ingegner Umberto Paolucci. L’Enit sta preparando dunque un più aggiornato, efficiente e razionale portale turistico».

Spunta nel frattempo una serie di detrattori che stanno cavalcando l’ondata di protesta per affondare colpi propri ai fatti evidenziati dalla rete ormai da mesi. Spunta ad esempio la protesta del Codacons («Il Codacons annuncia la presentazione di un esposto alla Corte dei Conti […] Chiediamo alla Corte dei Conti di aprire una indagine per accertare come sono stati spesi nel dettaglio questi 7 milioni di euro e quali vantaggi concreti il portale abbia portato al turismo italiano, verificando eventuali sprechi di denaro pubblico a danno della collettività»), nonché due interrogazioni parlamentari firmate da Massimo Saverio Ennio Fundarò e Stefano Morselli.

Fonte: Webnews

Rutelli: Italia.it? Ne faremo uno migliore

Filed under: Internet — Luca Rosati @ 01:04
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Roma – No, il vicepremier Francesco Rutelli non ci sta e respinge le accuse di una qualsiasi responsabilità del Governo o sue personali rispetto al fallimento di Italia.it, il fu portale del turismo oggi ridotto ad un cumulo di ceneri che chiedono giustizia. La colpa del collasso del progetto è del Governo precedente, perché quello attuale le ha tentate tutte per tenere in vita e rilanciare un portale concepito male fin dall’inizio.

Il progetto del portale – recita una nota diffusa ieri alla stampa – fu varato dal precedente governo, voluto e validato dall’allora ministro per l’Innovazione Lucio Stanca. Se si cercano responsabilità per l’inefficacia della soluzione tecnologica e l’incongruità dei finanziamenti ci si rivolga, dunque, al governo della passata legislatura“.

Rutelli anzi sostiene che se il suo governo si è impegnato nel lancio del portale lo scorso febbraio era proprio perché da più parti (“varie categorie professionali”) erano giunte pressioni per tentare di salvare Italia.it. Un lancio, quello dell’anno scorso, che secondo Rutelli era condizionato: “In quella circostanza fu sottolineato con estrema chiarezza che si trattava di una sperimentazione e che era necessaria l’implementazione dei contenuti, innanzitutto da parte delle regioni italiane, con l’obiettivo di mettere in rete l’edizione definitiva del portale nel marzo 2008“. Il vicepremier ha anche rivendicato che già a pochi giorni dal lancio del portale lui stesso “formalizzò le proprie critiche ed osservazioni al raggruppamento temporaneo di imprese che si era aggiudicato l’appalto per l’evidente inadeguatezza della release“.
Nei mesi successivi, come peraltro sanno i lettori di Punto Informatico, e siamo alla cronaca recente, Rutelli ha prima “tentato a più riprese di far rimettere il portale sui giusti binari” e ha poi dichiarato che riteneva il progetto “irrecuperabile”. Ed è sempre Rutelli, sottolinea la nota, ad aver trasmesso “alla Corte dei Conti tutti i documenti ufficiali concernenti il portale“.

Alla larga, dunque, chi attribuisce una qualsivoglia responsabilità anche ad altri ministri del Governo. “La decisione del ministro Nicolais (quella di staccare la spina,ndr.) – si legge nella nota – è dunque l’ultimo inevitabile atto di una vicenda in cui la responsabilità dell’attuale Governo è stata quella di non rassegnarsi al fallimento del progetto, ma di verificarne fino all’ultimo la sostenibilità“. Nella nota si annuncia anche di alcune azioni giudiziarie che sono state intraprese contro organi di stampa che gli “hanno attribuito la responsabilità di impiegare risorse pubbliche per la realizzazione del portale Italia.it dal momento, invece, che neppure un euro è stato gestito né speso dal Dipartimento del Turismo che fa riferimento al vicepremier“.

Nuovo portale in arrivo
Per il futuro, infine, Rutelli è tornato a raccomandare il passaggio di tutto quello che comunque è stato fatto all’ENIT, l’Agenzia Nazionale del Turismo. “È l’ENIT infatti – si legge nella nota – ad avere la responsabilità di promuovere il turismo italiano presso i potenziali visitatori e chi se ne occupa professionalmente“. L’ENIT, controllato da Stato e regioni, che hanno la competenza esclusiva sul turismo locale, guidato da Umberto Paolucci, “sta preparando, dunque, un più aggiornato, efficiente e razionale portale turistico“.

Che l’Italia abbia comunque bisogno di un qualche portale turistico lo ha voluto esplicitare ieri anche Bernabò Rocca, presidente di Federalberghi, secondo cui “al di là delle responsabilità oggettive che hanno fatto purtroppo fallire una simile iniziativa, da noi sempre sostenuta per l’ovvia operatività che avrebbe avuto, in un’epoca come l’attuale caratterizzata dallo sviluppo tecnologico e da Internet, bisogna che Stato, Regioni, ENIT e imprese si riuniscano urgentemente attorno ad uno stesso tavolo, per capire quali soluzioni reali ed alternative esistano al momento“.

Secondo Federalberghi, è necessario “salvare il salvabile. L’Italia, infatti, non può proprio permettersi il lusso di non avere un portale turistico di efficacia mondiale, col quale proporre le sue innumerevoli tipologie turistiche e le sue innumerevoli opportunità di scelta, altrimenti sarebbe come abdicare scientemente alla concorrenza sempre più ficcante dei nostri principali competitor“.

Il proposito di dare un futuro al progetto, rivisto e corretto e da far risorgere con basi del tutto nuove, è uno dei timori paventati nelle scorse ore da Scandalo Italiano, il blog che più da vicino ha seguito la vicenda Italia.it, secondo cui il vero problema è che Italia.it non è morto: “Perché Italia.it non è e non è mai stato un portale, non è un progetto, non sono contenuti, non è interesse comune, non è collaborazione, non è miglioramento. Italia.it è solo tanto denaro pubblico, interessi di combriccole e un oceano di incompetenza“.

Fonte: Punto Informatico

21 gennaio 2008

Italia.it: il peggio deve ancora venire?

Filed under: Internet — Luca Rosati @ 22:16
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Qualche ora per fare il punto della situazione e poi anche Scandalo Italiano ha proposto il proprio punto di vista sulla chiusura di Italia.it. E non è soltanto una presa d’atto di quanto successo nel weekend, con la chiusura improvvisa e taciturna del famigerato sito web, ma è un approfondimento importante che getta una diversa luce interpretativa sull’accaduto.

Il resoconto parte dalla cronistoria della dipartita del sito. I primi segnali online nel pomeriggio del 18 gennaio, Webnews ne dà notizia (con tanto di commenti di sdegno raccolti nel weekend) la mattina del 19, con l’inizio della settimana inizia il tam tam sulla blogosfera. «Poi, il 19 gennaio alle 13.37, l’Agr batte un’agenzia in cui fa capolino una nostra vecchia conoscenza: l’ineffabile ingegnere Ciro Esposito, colui che firmò i dinieghi alle richieste di accesso ai documenti di italia.it avanzate in primis da questo blog. L’agenzia, immancabilmente imprecisa (a sentire essa, infatti, la decisione di staccare la spina sarebbe stata presa da Nicolais il 18 sera, laddove il portale era già offline dalle 8 del mattino), contiene un virgolettato di Esposito in cui si conferma, seppur implicitamente, che di chiusura ufficiale si tratta. Ma attenzione, con un’importante quanto sibillina precisazione: “Ora siamo pronti per ricominciare in maniera diversa”».A parte tutta una serie di imprecisioni delle quali il blog chiede conto, a far riflettere è la chiosa di Ciro Esposito: « […] abbiamo deciso di procedere ad un momento di ripensamento. (…) Ci sono tutte le risorse per riprendere il lavoro, bisognerà decidere con quali attori, se indire un nuovo bando di gara o no e individuare il nuovo gestore». Il tutto fa il paio con le parole di Margherita Bozzano, assessore al turismo della regione Liguria, la quale va al dunque battendo semplicemente cassa: «Vogliamo avere i 21 milioni che le Regioni, pur avendo in gran parte approvato i progetti relativi ai contenuti da inserire nel portale, non hanno mai ricevuto».

Chiude pertanto Luca Carlucci per Scandalo Italiano: «italia.it non è morto né chiuso. Perché italia.it non è e non è mai stato un portale, non è un progetto, non sono contenuti, non è interesse comune, non è collaborazione, non è miglioramento. Italia.it è solo tanto denaro pubblico, interessi di combriccole e un oceano di incompetenza. E quelli sono ancora lì, identici a prima, vivi e vegeti: soldi, interessi e incompetenza. Ecco perché italia.it continua».

Fonte: Webnews

Italia.NO

Filed under: Internet — Luca Rosati @ 14:41
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Venerdi’ 18 gennaio il portale Italia.it, che avrebbe dovuto lanciare l’immagine dell’Italia nel mondo offrendo contenuti e informazioni del nostro Bel Paese, è deceduto.

Costato ufficialmente 45 milioni di euro, costellato di errori improbabili e grossolane mancanze strutturali quali una bassa usabilità, il non rispetto della legge Stanca e sovrabbondante di orpelli in flash, ha iniziato la sua agonia sin dal primo giorno di “apertura”.

Assolutamente non pubblicizzato, assolutamente privo di validi contenuti e di un sufficiente “perché” che ne spiegasse la ragion d’essere, ha vivacchiato per meno di un anno. Chiuderà anche la redazione di Napoli, costata anch’essa un sostanzioso investimento di milioni di euro, che avrebbe dovuto occuparsi della gestione del portale.

La decisione è stata presa dal Dipartimento dell’innovazione tecnologica, mentre nessuna nota sarebbe pervenuta dal ministro Rutelli o dal suo Ministero per i Beni e le Attività Culturali da cui il portale dipendeva, dopo l’inaugurazione in pompa magna dello scorso anno.

I funerali si sono tenuti in forma privata nella giornata di venerdì. Amen.

Fonte: Zeus News

Italia.it è morto così

Filed under: Internet — Luca Rosati @ 00:59
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Roma – Silenzio. È la parola che meglio riassume la vicenda di italia.it, il megaportalone italiano: poco mega, poco portale, molto italiano. Silenzio sulle sorti dei milioni stanziati, silenzio sui nomi dei responsabili, silenzio sui fatti, ed ora, il silenzio totale.

All’ora di pranzo di venerdì scorso, quella che è una delle vicende più tristi ed emblematiche della Rete italiana ha esalato il suo l’ultimo respiro in silenzio: il sito italia.it è stato chiuso. Una decisione presa giovedì sera dal Dipartimento dell’innovazione tecnologica del ministro Luigi Nicolais. Niente annunci. Niente comunicati stampa. Niente spiegazioni.

La notizia era nell’aria da qualche tempo, così come ormai era palpabile l’imbarazzo governativo per quella vetrina internazionale che meglio d’ogni parola riassumeva i problemi di modernità dell’Italia. In ogni istante. In tutto il mondo. L’Italia dei cassonetti da un lato, l’Italia punto it dall’altro.

Il sito è scomparso, ma delle critiche è ancora piena la Rete: pochi e discutibili i contenuti, difficili da navigare, poco compatibili, graficamente criticati, snobbati dai navigatori e dalle istituzioni locali che avrebbero dovuto fornirne di aggiornati. Per un progetto mal strutturato dal precedente governo, non meglio gestito da quello attuale.

58 i milioni di euro stanziati, stando alle ultime dichiarazioni istituzionali (meno quelli effettivamente spesi). Un euro per ogni cittadino italiano. Più del costo di un aereo da guerra F117 Stealth. Il prezzo di circa 20 mila tonnellate di pane. Cinquemila anni di lavoro per un impiegato con mille euro al mese. Ma il balletto delle cifre è destinato a cambiare come è cambiato negli ultimi mesi (chi colto da estasi parlava di nessuno stanziamento, chi di 45 milioni, chi, più realisticamente, di 58).

Intanto, solo poche settimane fa, il portale era stato inserito nell’elenco istituzionale dei siti a norma con la Legge Stanca (ovvero pienamente accessibili per i disabili). Anche in questo caso niente agenzie. Niente comunicati stampa (quando il comune di Napoli in una situazione analoga parlava di ambìto riconoscimento).

La messa in regola, affidata ad alcuni fra i maggiori esperti italiani (Roberto Scano e la cooperativa David Chiossone), oggetto di critiche anche dell’Unione Italiana Ciechi, era generalmente accurata, considerando lo stato del sito. Ma l’avere italia.it formalmente a norma, più che altro, metteva al riparo le aziende implicate e la pubblica amministrazione da seri rischi contrattuali. Un ultimo, grottesco, spreco di risorse prima della drastica chiusura.

Molti si domandano se sarà definitiva, o se il vicino carnevale ha qualcosa a che fare con questa sparizione. Verrà un nuovo progetto? Qualcuno risponderà degli errori e degli stanziamenti? Domani torneremo su italia.it ritrovando il logo color cetriolo e gli esotici cubettini gialli? Per ora non è dato sapere. Il silenzio è una costante in questa vicenda, mediatico, politico.

Intanto, italia.it fa ancora bella mostra di sé fra i siti pienamente accessibili per disabili. Chissà se il ministro Nicolais riesce ad accedere.

Fonte: Punto Informatico

20 gennaio 2008

Italia.it non esiste più

Filed under: Internet — Luca Rosati @ 22:00
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Qualcuno ha spento l’alimentazione: Italia.it è offline da alcune ore, giusto in tempo per approfittare della morsa allentata della blogosfera e dell’informazione sul problema. Italia.it non c’è più e si lascia sulla strada danni per 5.8 milioni di euro.

Fonte: Webnews

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